Fulvio Chimento

Ailanto<3 | Parco Appia Antica

AILANTO<3
Stefano Arienti, Cuoghi Corsello, Dado, Rusty
a cura di Fulvio Chimento
4 maggio – 29 settembre 2018
Villa dei Quintili, Roma

Ha inaugurato venerdì 4 maggio 2018 alle ore 17.30 alla Villa dei Quintili a Roma la mostra Ailanto<3, un percorso di installazioni artistiche realizzate ad hoc nel cuore del Parco Archeologico dell’Appia Antica. La mostra è stata inserita nel calendario italiano dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, poiché risponde a uno degli obiettivi generali di promozione del patrimonio culturale quale fonte di ispirazione in ambito del contemporaneo. Gli artisti coinvolti dal curatore Fulvio Chimento sono Stefano Arienti, Cuoghi Corsello, Dado e Rusty, che attraverso le loro opere accompagnano il visitatore alla scoperta dei monumenti presenti nell’intera area archeologica: le Grandi Terme, le cisterne interrate, l’acquedotto, il Ninfeo, Santa Maria Nova, l’Appia Antica. La mostra è stata organizzata dall’Ass. BLQ – Block Culture in collaborazione con Parco Archeologico dell’Appia Antica e il MiBACT.

Rassegna stampa: Sky Arte, La Repubblica, Artribune, Wall Street Interational

Stefano Arienti, Carota selvativa, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018
Cuoghi Corsello, Miraggio 3, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello
Dado, Altalena, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018
Cuoghi Corsello, Miraggio 1, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello,

Il percorso espositivo si ispira a una metafora poetica: il parallelismo tra una pianta invasiva non autoctona, l’ailanto, e alcuni linguaggi artistici che si sono diffusi a partire dagli anni Ottanta a oggi. Il nome stesso della pianta è di per sé affascinante e si ammanta di connotati magici, taumaturgici e spirituali: in latino è definita Ailanthus altissima, mentre in italiano viene chiamata anche albero del cielo o albero del paradiso. Originaria della Cina, questa specie si è diffusa ovunque, in Europa è stata introdotta nel XVIII secolo come pianta da giardino, e ha “viaggiato” dall’Inghilterra al Mediterraneo. In Italia la sua presenza è aumentata esponenzialmente negli ultimi tre decenni a causa del progressivo abbandono delle aree urbane e suburbane. Lo spazio fisico e mentale dell’ailanto coincide con la sfera creativa di quegli artisti che portano avanti la propria ricerca senza uniformarsi alle tendenze dominanti. L’ailanto è quindi il simbolo di una diversità artistica che si pone come alternativa all’arte “ufficiale”: propensa ad “ailantizzarsi”, a innestarsi e diffondersi rapidamente negli ambienti più disparati e a differenti latitudini.

Veduta aerea Cisterna Piranesi che contiene Ailanto rosso, opera di Stefano Arienti, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello
La Cisterna Piranesi accoglie il lavoro di Stefano Arienti dal titolo Ailanto rosso. Ph. Cuoghi Corsello
Stefano Arienti, Ailanto rosso, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello

Ailanto è un progetto artistico itinerante in grado di adattarsi come una specie vegetale infestante ai differenti contesti espositivi. La mostra è stata realizzata Roma dopo essere stata allestita, in forme sempre differenti, nel 2016 alla Biblioteca Luigi Poletti di Modena, dove erano presenti soprattutto opere su carta e libri d’artista che riflettevano la poetica dell’arte di strada, e nel Padiglione Tineo dell’Orto Botanico di Palermo, dove i lavori degli artisti sembravano respirare all’unisono con la natura del luogo. Con l’approdo di Ailanto a Roma nel Parco dell’Appia Antica la mostra ha accentuato il proprio tratto “impermanente”, cercando un reciproco dialogo con la storia del luogo, che qui mantiene intatta tutto il suo impatto. Alla Villa dei Quintili si è scelto di non utilizzare le strutture archeologiche quali semplici quinte teatrali allo scopo di far risaltare le opere in mostra, ma di dislocare le opere anche negli spazi di raccordo, per accompagnare il visitatore in un’esperienza artistica totalizzante. Lo spettatore è chiamato a vivere lo spazio come un “esploratore/viaggiatore”, la componente performativa della mostra, infatti, risulta essere parte integrante del progetto. La dimensione interiore dell’osservatore è condizionata dalla frammentarietà della visione esterna e dal fascino struggente della campagna romana: architettura e paesaggio si fondono, passato e presente sembrano poter convivere lungo la linea tracciata dall’arte.

Cuoghi Corsello, CK8, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello
Veduta aerea della Villa dei Quintili per Ailanto<3. Ph. Cuoghi Corsello 2018
Veduta aerea della Villa dei Quintili per Ailanto<3. Ph. Cuoghi Corsello 2018
Dado, Colonna, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuogi Corsello

Rispetto ai precedenti allestimenti, Ailanto a Roma ha accentuo la propria natura “invasiva” allargando il novero dei partecipanti a Stefano Arienti e Rusty. Stefano Arienti è uno dei primi artisti a dedicare attenzione alla pianta di ailanto attraverso la realizzazione di alcune serie di disegni di grande formato su teli anti-polvere, esposti in mostre in Italia e all’estero. Qui propone per la prima volta sul territorio nazionale il suo grande Ailanto rosso, allestito nel 2012 all’Isabel Stewart Museum di Boston. Mentre Rusty è tra i primi in Italia a codificare i codici del writing, disciplina artistica che proviene dagli Stati Uniti. In questa occasione l’artista riproduce nel porticato delle terme la pavimentazione musiva ispirata ai mosaici già presenti nell’area ricorrendo unicamente ai tappi occludenti delle bombolette spray. Cuoghi Corsello per Ailanto<3 hanno realizzato una serie di installazioni site specific, instaurando una relazione diretta con la dimensione del tempo, per rifletterlo nel suo scorrimento, sottraendolo momentaneamente al suo naturale flusso, e favorire una protezione del luogo, attraverso una collaborazione con le forze intangibili che hanno permesso la conservazione di questi luoghi fragili. Mentre gli interventi di Dado nella Villa dei Quintili si caratterizzano per la decontestualizzazione dell’oggetto scultoreo, poiché mirano a ricostruire all’interno dell’area archeologica un immaginario prettamente metropolitano ispirato al gioco e alla transitorietà dell’arte di strada, con la finalità di alleggerire il peso reale della storia.

Cuoghi Corsello, Il buco (Cisterna grande), Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello
Cuoghi Corsello, Il buco, Ailanto<3 (Cisterna grande), Villa dei Quintili, Roma, 2018. Ph. Cuoghi Corsello

La mostra Ailanto<3 è stata realizzata attraverso un progetto di crowdfunding e al supporto di: Gruppo Venpa 3 Tecnoalt, Muccini Tartufi, Terme felsinee, L’albero del caffè, Agricoltura Capodarco, La Grande Via. 

Rusty, 400 ml, Ailanto<3, Villa dei Quintili, Roma, 2018

mostra Ailanto<3

sede Villa dei Quintili, via Appia Nuova 1092 (ingresso anche da via Appia Antica 251)

artisti Stefano Arienti, Cuoghi Corsello, Dado, Rusty

a cura di Fulvio Chimento

periodo 4 maggio – 29 settembre 2018

inaugurazione 4 maggio ore 17.30

mostra organizzata da Parco Archeologico dell’Appia Antica e Ass. BLQ – Block Culture

catalogo APM Edizioni, Carpi (Italy), contenente il testo critico del curatore Fulvio Chimento, la riproduzione iconografica delle opere esposte a colori, e l’elenco completo delle opere in mostra.